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Difficoltà dei sentieri, com’è indicata? Ecco i consigli del CAI

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Giulia De Sanctis

Come sono classificati i sentieri? Cosa ci dice la segnaletica dell’itinerario che stiamo percorrendo? Ecco i consigli del CAI

Esplorare la natura attraverso il trekking è un’esperienza appagante, ma la sicurezza è fondamentale: la segnaletica svolge un ruolo cruciale nell’assicurare che gli escursionisti rimangano al sicuro e ben orientati durante il percorso.

Attraverso una varietà di cartelli, segnali colorati, frecce e marcatori sul terreno, la segnaletica fornisce istruzioni chiare e dettagliate sui percorsi disponibili, le direzioni da seguire e le precauzioni da prendere lungo il tragitto.

Non si tratta solo di una questione di orientamento, ma anche di prevenzione degli smarrimenti e degli incidenti, soprattutto in ambienti montani o boschivi dove la navigazione può essere complicata.

Inoltre, una buona segnaletica non solo guida gli escursionisti, ma promuove anche la conservazione dell’ambiente naturale, incoraggiando il rispetto dei sentieri designati e la tutela degli ecosistemi delicati. Vediamo quindi il CAI come classifica le varie tipologie di sentieri e come interpretare la segnaletica, per garantire un’escursione sicura e gratificante.

Sentieri: il livello di difficoltà

I sentieri vengono individuati in base ad una lettera, che ne indica anche il livello di difficoltà. Iniziamo con i sentieri Turistici, indicati con la lettera T e sono sentieri di ambito locale, su carrarecce, mulattiere o evidenti sentieri.

Si sviluppano nelle immediate vicinanze di paesi, località turistiche, vie di comunicazione e rivestono particolare interesse per passeggiate facili di tipo culturale o turistico-ricreativo. Nella scala di difficoltà CAI è classificato T – itinerario escursionistico-turistico.

Bandiera segnavia posta su di un masso a lato del sentiero – https://www.cai.it/ – Montagneracconta.it

 

I percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata.

Passiamo poi ai sentieri escursionistici semplici, indicati con la lettera T e sono sentieri privi di difficoltà tecniche che corrispondono in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro-silvo-pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli.

Rappresentano il 75% degli itinerari dell’intera rete sentieristica organizzata: può avere tratti ripidi, i tratti esposti sono di norma o protetti o attrezzati. Inoltre possono prevedere facili passaggi su roccia, non esposti e che comunque non richiedono conoscenze alpinistiche specifiche.

Nella scala delle difficoltà escursionistiche CAI è classificato “E” – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche.

I sentieri escursionistici avanzati, indicati con le lettere EE, sono generalmente segnalati, ma che richiedono capacità di muoversi su terreni particolari, quali tratti su terreno impervio o infido, tratti rocciosi con lievi difficoltà tecniche (es. tratti attrezzati), tratti non segnalati ecc… Nella scala delle difficoltà escursionistiche CAI è classificato “EE” – itinerario per escursionisti esperti.

Infine, ci sono i sentieri escursionistici attrezzati segnati con le lettere EEA: si tratta di percorsi che richiedono l’utilizzo dell’attrezzatura per via ferrata.

Nella scala delle difficoltà escursionistiche CAI sono classificati “EEA” – itinerario per escursionisti esperti con attrezzatura.

Gli itinerari di trekking vengono inoltre distinti in base alla lunghezza, tra itinerari a media e lunga percorrenza e itinerari a breve percorrenza.

I primi sono adatti ad escursionisti in genere esperti, durano più giorni, quindi devono essere dotati della necessaria ricettività lungo il percorso e questi percorsi devono essere ben segnalati e attrezzati. I secondi sono quelli più diffusi e durano generalmente un giorno.

Tra questi possiamo annoverare anche percorsi di chiaro scopo didattico formativo, ovvero gli itinerari a tema prevalente (naturalistico, glaciologico, geologico, storico, religioso) che di solito si sviluppano in aree limitate e ben servite, come le aree protette.

Segnaletica: come leggerla e interpretarla

Vediamo i 4 tipi fondamentali di segnaletica sugli itinerari di trekking. Ne esistono molti altri, ma questi sono i più frequenti.

  • Segnaletica verticale: è costituita dalle tabelle all’inizio del sentiero e agli incroci più importanti. Contiene informazioni sulle località di posa, con nome e quota del luogo. Oppure sulle località di destinazione (meta ravvicinata, intermedia e di itinerario) con i tempi di percorrenza e il numero del sentiero.
  • Segnaletica orizzontale: è formata da segnavia a vernice di colore bianco-rosso o rosso-bianco-rosso. I cartelli sono posti all’inizio e lungo il sentiero, su sassi o piante, utilizzati per offrire l’informazione di continuità e conferma del percorso.
  • Tabella segnavia: ha la forma di freccia e si usa per indicare la direzione della/e località di destinazione del sentiero e il tempo indicativo necessario ad un medio escursionista per raggiungerla/e a piedi. Va collocata a inizio e fine dell’itinerario, agli incroci con altri itinerari segnalati e con strade. È contraddistinta dalla punta rossa e dalla coda rossa-bianco-rossa.
  • Tabella località: la troviamo agli incroci più significativi di un percorso (passi, forcelle, piccoli centri abitati) che trovino usualmente riscontro sulla cartografia e nelle mete indicate sulle tabelle segnavia. Di norma contiene il nome della località e la relativa quota (non aggiungere punti per l’abbreviazione di metri o per le migliaia).
Segnaletica orizzontale con segnavia di continuità – https://www.cai.it/ – Montagneracconta.it

 

Per la realizzazione delle tabelle è possibile utilizzare differenti tipi di materiale: la scelta non è sempre facile ed è condizionata dalla continua evoluzione dei materiali.

Il forex o il multistrato in resina fenolica praticamente non richiedono manutenzione, durano a lungo nel tempo ed hanno un rapporto durata-prezzo migliore rispetto agli altri. In alternativa al Forex o multistrato è possibile utilizzare tabelle in metallo o in legno.

Le tabelle in metallo, a fronte di una durata e solidità sicuramente maggiori, sono abbastanza più costose, mentre quelle in legno presentano maggiori problemi di manutenzione. Le tabelle in larice hanno una buona riuscita e durano nel tempo, mentre il castagno è sconsigliato perché contiene un’elevata quantità di tannino ed è di colore scuro, il lamellare è sconsigliato perché presenta difficoltà nella fase di incisione. Abete e pino sono sconsigliati perché tendono a spaccarsi ed è di minor durata.

Infine troviamo l’ometto di pietre: un sistema di segnaletica efficace, naturale, discreta e duratura. Alti tra i 40/50 cm, sono visibili anche in condizioni difficili, specie durante improvvise nevicate sui sentieri di alta montagna.

Il CAI è stato fondato nel 1863 e conta circa 310000 aderenti, 800 sezioni e sottosezioni in tutta Italia, la gestione di 700 rifugi mentre 7000 volontari assicurano un efficiente soccorso alpino e speleologico su tutto il territorio nazionale. La rete complessiva dei sentieri segnati e curati è stimata in oltre 60.000 km.

Giulia De Sanctis

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