Alla scoperta del sentiero dedicato a Walter Bonatti

In questo articolo andiamo a conoscere un fantastico percorso dedicato a Walter Bonatti, assoluta leggenda dell’alpinismo italiano

Alpinista, esploratore, scrittore, fotografo e giornalista, Walter Bonatti è una figura eclettica e unica all’interno del mondo dell’alpinismo italiano e mondiale. È una vera e propria leggenda di questa disciplina, le sue imprese sono uniche e conosciute in tutto il mondo e la sua storia è ancora oggi fonte di ispirazione per tantissime persone. Da adesso esiste addirittura un sentiero dedicato a lui. Vediamo tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Il sentiero Walter Bonatti: ecco le tappe e le caratteristiche

Bonatti è rinomato per le sue imprese sull’imponente Grand Capucin, le sue opere letterarie come “Montagne di una vita” e le straordinarie fotografie pubblicate sulla rivista “Epoca”. Il suo nome evoca immediatamente l’alpinismo in tutta la sua grandezza, sia per gli italiani che per gli argentini, e per chiunque ami il mare o le montagne. Chiamare un sentiero con il suo nome è un modo di ringraziarlo per l’eredità alpinistica che ha lasciato al mondo: un patrimonio tangibile e immateriale fatto di libri, fotografie, racconti, vie tracciate sulle montagne più suggestive della Terra e un’etica salda nel frequentarle. Lungo 25 chilometri di terreno vario, tra rocce e pascoli, il sentiero riflette il suo spirito avventuroso ed esplorativo. Situato in un angolo remoto, lontano dal turismo di massa, attraversa la Costiera dei Cech, la Valle dei Ratti, la Valle di Spluga e la Val Masino.

Sentiero Bonatti
Sentiero Bonatti | www.montagnatv.it – Montagneracconta

Le tappe e le caratteristiche del percorso

Ci si prepara all’inizio dell’avventura proprio di fronte alla dimora dove Bonatti risiedeva dagli anni ’90 con Rossana Podestà. È Monastero, una frazione del paese di Dubino, dominata dal maestoso Monte Legnone, che con i suoi 2610 metri, sovrasta il Lago di Como, la Valsassina, la Valtellina e la Valchiavenna.

Segni bianchi e rossi delineano l’intero percorso e, insieme a pochi cartelli lucenti ma precisi, aiutano a mantenere la rotta. Tuttavia, un buon senso dell’orientamento, una mappa e il bel tempo sono indispensabili. L’itinerario richiede un passo lento e misurato; “Kalipè”, come augurato a coloro che intraprendono un cammino verso l’Himalaya. Solo così si può assaporare l’aria frizzante dei boschi appena sopra il paese e ascoltare tutti i rumori che la natura sa regalare.

Quando il frastuono frenetico dell’industria della Valtellina lascia spazio al solo suono delle foglie, i piedi calpestano brevemente sassi di calcare che emergono per qualche mistero geologico. Queste rocce sono quelle che Walter, appena diciottenne, toccò per la prima volta. Lecco e le sue montagne furono la sua palestra, dove si allenava, tracciava nuove vie come le celebri Bonatti alla Torre Costanza e alla Corna di Medale, e strinse amicizia con molti compagni. Pur essendo nato a Bergamo, la città “su quel ramo del lago di Como” divenne subito il suo rifugio, come dimostra l’ammissione nel Gruppo Ragni.

Il clima lungo la cresta del sentiero dedicato a Bonatti è più gradevole durante la stagione più calda, quando la neve si è sciolta. Lungo il percorso, si attraversano boschi di pini e betulle fino al Monte Foffricio, e si arriva al Bivacco Primalpia a 1980 metri, che segna la conclusione del primo giorno di cammino. Da qui si prosegue verso il Monte Rosa con la sua maestosa parete, simbolo dell’ultimo addio di Bonatti all’alpinismo pubblico. Successivamente, si attraversa la selvaggia Valle di Spluga fino al Passo del Calvo, il punto più alto del sentiero, da cui si ammira la magnificenza della Val Masino fino al Rifugio Omio. Il sentiero prosegue con la discesa, che pone fine a un’esperienza avventurosa e poco conosciuta sul sentiero che porta il nome di uno dei più celebri alpinisti del mondo: il Sentiero Bonatti.

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