Entrambe hanno a che fare con una terribile malattia, ma anche con gli orrori della guerra e il loro impatto sull’uomo
Nei cinema italiani è arrivato da pochi giorni “Il ragazzo e l’airone”, l’ultimo film d’animazione del regista giapponese Hayao Miyazaki. L’opera sta riscuotendo un buon successo al botteghino, anche per merito di una distribuzione capillare nei cinema (si parla di 386 sale) e di un adattamento di buon livello, pensato per permettere a tutti di fruire di un film che si presta a molteplici livelli di interpretazione. Per qualcuno questa pellicola, con ogni probabilità l’ultima dell’illustre carriera di Miyazaki, potrebbe rappresentare il primo punto di contatto con l’immaginario del regista, ricco di temi ricorrenti come l’ambientalismo, l’orrore della guerra, le possibili insidie legate all’uso della tecnologia e il legame tra gli artisti e le loro opere. Gli amanti della montagna che desiderano approfondire la propria conoscenza del cineasta potrebbero prendere in considerazione la possibilità di guardare anche la sua penultima pellicola, “Si alza il vento”.
Il legame con il libro “La montagna magica”
A un primo impatto, il legame tra “Si alza il vento” e la montagna potrebbe sfuggire e, in effetti, non è così immediato. Il film è incentrato sulla vita di Jirō Horikoshi, progettista di aerei realmente esistito, e sul percorso che l’ha portato a realizzare i caccia militari Mitsubishi A5M e Mitsubishi A6M Zero, entrambi usati dall’aviazione navale giapponese nel corso della seconda guerra mondiale. L’amore del protagonista per i velivoli è secondo solo a quello per Nahoko, ragazza destinata a diventare sua moglie e ad ammalarsi di tubercolosi.
È proprio la salute cagionevole a tracciare un legame tra la trama del film, l’alta quota e il libro “La montagna incantata” di Thomas Mann. In entrambe le opere, i sanatori per la tubercolosi, luoghi realmente esistiti che spesso sorgevano sulle montagne, svolgono un ruolo importante e sono lo sfondo di alcune delle scene più importanti ed emozionanti. Nel film ci sono anche dei riferimenti diretti al libro di Mann: Jirō incontra persino un personaggio che ha lo stesso nome del protagonista del romanzo e che ha una posizione critica nei confronti della seconda guerra mondiale.
“Si alza il vento” ha anche una connessione con l’Italia
Potrebbe sembrare strano, ma la pellicola dello Studio Ghibli ha anche un legame con l’Italia. Uno degli idoli di Jirō è l’ingegnere aeronautico Giovanni Battista Caproni, fondatore dell’omonima azienda e creatore di numerosi velivoli, tra cui vari trimotori da bombardamento. Nel film non si verifica mai un incontro diretto tra i due personaggi, ma Jirò incontra più volte il genio italiano nei suoi sogni e ha delle conversazioni significative con lui sul desiderio di creare degli aerei e sulla natura “malata” di una passione simile, perché d’altronde si parla pur sempre di strumenti destinati a uccidere decine di migliaia di persone in guerra, tra cui anche civili innocenti. Nella foga con cui il protagonista insegue il proprio sogno, anche sacrificando il poco tempo che gli resta da passare con la moglie malata, si può ravvisare un parallelismo con la vita di Miyazaki, che ha scelto di mettere in secondo piano la famiglia per inseguire il desiderio di creare delle opere d’arte.