I migliori itinerari per godersi l’autunno sul lago di Como

Il Lago di Como in autunno è una delle mete italiane più belle e ricche di fascino. Ecco tutti gli itinerari da seguire per vivere un’esperienza magica

Con l’arrivo dell’autunno, il Lago di Como assume un’atmosfera magica. Le montagne si riflettono chiare nelle sue acque, i gusti e gli aromi di questa stagione, insieme ai panorami lungo i sentieri, offrono un’esperienza straordinaria e memorabile da assaporare con calma. Ecco tutti gli itinerari da seguire per vivere un’esperienza unica.

I migliori itinerari da seguire in autunno vicino il Lago di Como.

Da Brunate a Pian del Tivano, itinerario affacciato sul lago nel triangolo Lariano. Dal punto di arrivo, si intraprende il percorso andando verso San Maurizio. In massimo 20 minuti si raggiunge la piazza antistante la chiesa di Sant’Andrea e da lì si prosegue lungo la grande mulattiera che si trova alla sinistra della stessa chiesa, arrivando poi alla Capanna CAO in circa trenta minuti. Si attraversa, successivamente, un bosco che porta alla baita Bondella (m 1075), dove si trova il principio della parte panoramica del percorso.

Nelle giornate soleggiate si possono ammirare incredibili panorami sui monti della zona lariana, sulle cime delle Alpi e, voltandosi verso ovest, si scorge la sagoma imponente del Monte Rosa. Si segue il sentiero nr. 1: dopo il rifugio Boletto, si ha una vista dell’omonimo monte, dove il panorama diventa a dir poco affascinante e spazia su un numero elevato di rilievi.

Lago di Como
Immagine | Pixabay @DanieleMezzadri – Montagneracconta.it

 

Da qui, il sentiero gira leggermente verso la parte sinistra della montagna e si dirige verso il lago, offrendo panorami unici.

Successivamente si arriva alla Bocchetta di Molina che culmina nella Capanna di San Pietro e da lì, dopo aver superato un bosco di faggi, si giunge alla Bocchetta di Lemna (m 1167); procedendo verso Nord, si gode di una magnifica vista sulle Grigne. La tappa successiva è la Bocchetta di Palanzo (m 1210), poi si arriva al rifugio Riella.

Con una romantica vista sul lago di Como, si prosegue fino alla Bocchetta di Caglio (m 1297) e si scende per una strada ripida fino a giungere alla colma di Caglio. Da lì, si procede fino alla Colma del Piano e infine, al termine della prima giornata di cammino, al Pian del Tivano (m 937), dove c’è la possibilità di trascorrere la notte.

Per raggiungere il punto di partenza dell’itinerario, di fronte al lungolago di Como, si può prendere la funicolare che sale a Brunate. La funicolare percorre il ripido pendio, superando in pochi minuti oltre 500 metri di dislivello, per arrivare a Brunate, a quota 715.

Da Pian del Tivano a Bellagio, dove puoi avere un posto in prima fila per ammirare l’incredibile natura del Lago di Como. Iniziando l’itinerario dal Pian del Tivano, si attraversa una sequenza di pascoli: Alpetto di Torno, Alpe Grasso, Alpe Spessola. Si raggiungono i 1536 metri dell’Alpe di Terra Biotta, da cui si ammira una vista straordinaria della vetta di Bellagio e delle montagne che la circondano. Opzionalmente, con una deviazione di un’ora, è possibile raggiungere il monte S. Primo (m 1685). In alternativa, si inizia un’impegnativa discesa verso il lago.

Si passa per l’Alpe del Borgo, poi San Primo e successivamente si prosegue lungo ripide discese tra baite e pascoli ancora attivi. Progressivamente si scende fino a Guggiate (m 230) e da lì si attraversano prati e coltivazioni, dove si trova anche l’ulivo, per giungere fino alla punta Bellagio. Da qui si fa ritorno a Como tramite battello o autobus.

Da Tremezzo alla Chiesa di San Martino, storia, flora e tradizione del Lago di Como. Un’incantevole escursione al cuore del lago di Como nella zona di Tremezzo, caratterizzata dalla diversità dei paesaggi, con il centro abitato di Bellagio che funge da spartiacque tra i due rami del lago Lario.

In questo luogo è possibile ammirare le palme e gli ulivi tipici del clima mite, godendo degli ampi panorami sul lago e del contrasto con le vette delle Grigne, del monte Legnone e delle Alpi svizzere verso l’orizzonte. La suggestione culmina con la vista della chiesa di San Martino, collocata sulla parete del Sasso di San Martino che si protende a strapiombo sul lago.

Passando attraverso un nucleo abitato decisamente ridotto, dove persiste ancora una testimonianza delle attività di allevamento, si seguono le curve della montagna. Esattamente dove il sentiero è fiancheggiato da una ringhiera, compare il cartello giallo del Parco Naturale di San Martino. Facendo qualche passo, si raggiunge la chiesetta, un luogo incantato con un panorama spettacolare e una storia antica collegata a leggende affascinanti. Dedicata a San Martino, accoglie molti visitatori e fedeli soprattutto nella settimana finale di ottobre.

Le sue vicende intricate attraversano almeno due millenni: per la sua posizione strategica, il sito fu scelto già dai Romani per erigere una struttura utilizzata per l’osservazione dei luoghi intorno, essendo anche collegato alla densa rete di strutture analoghe, consentendo un sistema efficace di controllo del territorio e di invio di informazioni dal margine al centro dell’Impero.

Le terre del Lario, la storia gastronomica del Lago di Como. La cucina di un territorio rappresenta un tesoro di conoscenze e tradizioni radicate nella storia. Il Lario e le sue montagne narrano storie di vite strettamente legate ad alpeggi, boschi e pascoli, dove si viveva una vita di fatica e impegno, ma con la gioia di ritrovarsi tutti insieme per condividere cibi semplici e scambiare quattro chiacchiere.

Le terre del Lario, un paesaggio di acqua e montagne scolpito dai ghiacciai, hanno un passato che risale a un’economia di sussistenza, basata principalmente su ciò che la natura del territorio offriva. Una sfida quotidiana per una popolazione che si è rapidamente specializzata in attività strettamente legate alle montagne circostanti.

Artigiani esperti nella scultura, maestri nell’arte del gesso e abili nell’applicare la scagliola policroma per imitare pregiati marmi negli altari delle chiese. Al contempo, sono operai competenti nelle calchere, fornaci in pietra per la produzione di calce e avventurosi contrabbandieri.

Le valli che si estendono in direzione della Svizzera sono state a lungo il palcoscenico del froso, o contrabbando come lo definisce l’idioma locale. Un’attività illecita contrastata da vari governi nel corso dei secoli: spagnolo, austriaco, italiano. Nonostante gli sforzi delle autorità, in queste terre sono state introdotte illegalmente merci di vario genere, affidate agli “spalloni” che si muovevano solitari e rigorosamente a piedi tra i boschi lungo il confine. Di quel periodo restano oggi le ex caserme della Finanza situate in cima ai valichi montani. Alcune di esse sono state trasformate in rifugi accoglienti e panoramici, come il Prabello e il Murelli. Questi rifugi si trovano lungo la Via dei monti Lariani, un percorso affascinante che, in circa sei giorni di cammino, attraversa l’intera lunghezza del Lario, da Cernobbio a Sorico.

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