Il cambiamento climatico sta modificando anche la vita degli animali selvatici in montagna. Alcuni dei loro adattamenti, sviluppati negli anni, risultano meno efficaci e ciò incide sull’intero ecosistema
La montagna è piena di animali che, al mutare delle condizioni climatiche, riescono ad adattarsi alle nuove temperature.
Nel corso degli anni, diversi esemplari hanno infatti sviluppato degli adattamenti estremamente utili per riuscire ad affrontare con la stessa efficacia sia il caldo dell’estate che il freddo dell’inverno, ma il cambiamento climatico ora sta rendendo alcuni di questi accorgimenti meno utili.
Dal caldo al freddo: gli animali selvatici mutano per necessità
Diversi animali selvatici in montagna riescono a mutare alcuni aspetti fisici per meglio adattarsi al passaggio tra una stagione e l’altra e al relativo cambio di temperature.
Sono molti quelli che, per esempio, con l’avvento dell’inverno modificano alcuni comportamenti o adottano alcuni accorgimenti, i quali permettono loro di vivere meglio tra la neve, mimetizzandosi e non soffrendo la fame anche in condizioni climatiche più rigide.
Alcuni esempi? Ecco una lista dei più noti:
- Cervi e caprioli: aumentano lo strato di grasso corporeo e infoltiscono la pelliccia con un sottopelo fitto per proteggersi dal freddo e conservare energia.
- Lepri: cambiano il mantello per mimetizzarsi con il paesaggio innevato. La lepre variabile, per esempio, diventa completamente bianca tranne che per la punta delle orecchie.
- Volpi: infoltiscono la pelliccia per proteggersi dal freddo e spesso cambiano leggermente il colore del mantello per adattarsi alla stagione.
- Ermellini: la loro pelliccia muta in colore bianco, probabilmente per proteggersi dal freddo invernale e per mimetizzarsi con la neve, sfuggendo così ai predatori.
- Pernici bianche: il loro piumaggio è in costante mutamento, diventando completamente bianco in inverno per mimetizzarsi con la neve.
Questi sono solo alcuni esempi di come gli animali si adattano alla neve e al freddo in montagna, modificando il loro aspetto per sopravvivere alle condizioni invernali.
Evoluzione in continuo cambiamento
Come abbiamo appena visto, gli animali selvatici che vivono in montagna hanno sviluppato una serie di adattamenti per sopravvivere anche alle nevicate e alle rigide condizioni invernali.
Molti animali montani hanno pellicce dense che offrono un’ottima protezione dal freddo.
Ciò li aiuta a trattenere il calore corporeo e a mantenere una temperatura corporea stabile anche quando le temperature sono molto basse.
Altri, prima dell’inverno, accumulano riserve di grasso nel corpo, che possono poi utilizzare come fonte di energia durante i mesi freddi, quando il cibo è scarso.
Altri ancora riescono a rallentare il proprio metabolismo durante la stagione invernale, attraverso un processo chiamato torpore o ibernazione.
Un processo che permette loro di conservare energia quando le risorse sono limitate.
Alcune specie animali migrano verso regioni più calde durante i mesi invernali per evitare le condizioni avverse in montagna, mentre altri accumulano cibo durante i mesi più caldi, per poi nutrirsi durante l’inverno quando le risorse sono scarse.
Un esempio? Scoiattoli e topi possono nascondere cibo sotto il terreno o nella neve, per consumarlo poi in seguito.
Alcuni animali possono anche cercare rifugi naturali come grotte, tane o fessure nelle rocce per ripararsi dal freddo e dai predatori durante i mesi invernali, mentre altri sono diventati dei veri e propri esperti nell’arte del camuffamento.
Parliamo di quegli animali che cambiano il loro colore o adottano comportamenti utili a mimetizzarsi con l’ambiente innevato e sfuggire così ai predatori o ai cacciatori.
Alcuni animali si specializzano, invece, in diete che includono risorse disponibili anche durante l’inverno, come licheni o muschi, e che possono crescere anche sotto la neve.
Tutti questi adattamenti sono stati affinati dagli animali nel corso dei secoli, permettendo loro di evolversi come esseri viventi.
Adattamenti utili o no? La vita in montagna si trasforma
Molte delle strategie che abbiamo visto, selezionate dall’evoluzione nel corso di tempi lunghi, sono oggi messe in discussione dai repentini cambiamenti climatici.
Con la diminuzione della neve e l’aumento delle temperature, molti animali non riescono più a capire se, per esempio, rimanere completamente bianchi in inverno sia ancora vantaggioso oppure no.
La varietà di soluzioni adottate dagli animali per affrontare l’inverno è un chiaro segno della durezza di questa stagione, nella quale l’uomo può giocare un ruolo importante, talvolta disturbando significativamente la vita degli animali stessi.
È cruciale rispettare quindi questo delicato equilibrio, evitando di disturbare gli animali durante le loro attività invernali, poiché uno spavento improvviso potrebbe causare loro un inaspettato dispendio di energie, mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
In una escursione invernale, la tranquillità apparente nasconde un mondo in lotta per la sopravvivenza, che va rispettato e preservato attraverso un comportamento responsabile e rispettoso.
Ciò che sta danneggiando la vita di molti animali è però soprattutto il cambiamento climatico.
Il cambio sempre più netto delle temperature sta alterando gli habitat naturali e le dinamiche ecologiche, costringendo molte specie ad adattarsi o a migrare in risposta a queste nuove condizioni.
Alcuni dei principali effetti del cambiamento climatico sugli animali selvatici in montagna includono:
- Modifiche negli habitat: il riscaldamento globale può causare la perdita di habitat montani a causa dello scioglimento dei ghiacciai, della riduzione delle nevicate e della trasformazione degli ecosistemi alpini. Questo può influenzare direttamente la disponibilità di cibo, rifugi e siti di riproduzione per molte specie.
- Alterazione dei cicli stagionali: il cambiamento climatico può alterare i cicli stagionali naturali, anticipando o ritardando eventi come la fioritura delle piante, la migrazione degli animali e la disponibilità di risorse alimentari. Ciò può mettere a disagio le specie che dipendono da una sincronizzazione precisa con le stagioni per la loro sopravvivenza e la loro riproduzione.
- Migrazione e spostamenti: alcune specie possono essere costrette a migrare verso altitudini più elevate o latitudini più settentrionali per cercare habitat più adatti alle loro esigenze. Questa opzione potrebbe non essere però disponibile per tutti gli animali e molte popolazioni potrebbero trovarsi isolate o inadeguate a fronteggiare rapidi cambiamenti ambientali.
- Concorrenza e predazione: cambiamenti nelle distribuzioni geografiche delle specie possono portare a nuove interazioni tra specie, aumentando la concorrenza per le risorse alimentari e potenzialmente aumentando la pressione predatrice su determinate popolazioni.
- Adattamenti comportamentali e fisiologici: alcune specie possono tentare di adattarsi alle nuove condizioni ambientali attraverso cambiamenti nel comportamento, nella dieta o nella fisiologia. Per esempio, potrebbero modificare i loro periodi di attività, le strategie di caccia o i siti di nidificazione per adattarsi ai nuovi ambienti.
In linea generale, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia significativa per la biodiversità in montagna e molte specie potrebbero trovarsi in difficoltà nel trovare soluzioni adatte per sopravvivere e prosperare in un ambiente in rapido cambiamento.
Molti degli adattamenti sviluppati finora sono diventati infatti meno efficaci e ciò sta costringendo molte specie a dover trovare nuove soluzioni per confrontarsi efficacemente con le nuove stagioni.